Voci del Wedding: intervista a Lucia Bernini
Business Developer Manager & Event Planner.
“Senza un po’ di rischio non ha senso niente”.
Presidente di CNA Arezzo e Ambasciatrice del Wedding Tourism, questa è Lucia, che ci racconta della sua visione, tra Passione e Leadership
e di come le connessioni umane siano al centro della sua carriera.
Lucia Bernini una carriera affascinante e un approccio appassionato. La tua esperienza è molto ampia, spaziando dal turismo al mondo dell’arte, fino a un impegno nel business development. Come nasce la tua attività nel mondo degli eventi e dei matrimoni?
Da quando ero molto giovane, mi sono sempre ritrovata all’interno di contesti creativi ed emozionanti, come eventi, concerti e varie forme d’arte che hanno fatto crescere la mia già fervida curiosità. Ho viaggiato molto e sono entrata in contatto con realtà sempre più coinvolgenti. Dopo una serie di esperienze per cui servirebbero un paio di capitoli a parte, mi sono dedicata al settore turistico con l’idea di poter condividere la mia passione per le nuove esperienze con chi aveva voglia di guardare la vita con occhi nuovi. Dopo qualche anno in questo settore, si è presentata l’occasione di gestire la parte logistica di un grande evento internazionale dedicato al mondo del wedding. In questa esperienza inaspettata e totalmente nuova, sono entrata in contatto con questo mondo meraviglioso e frenetico della wedding industry, un mondo fatto di sfide, progettualità, innovazione e continua crescita anche personale. Ho sentito da subito un richiamo particolare. Inizialmente pensavo fosse solo un’avventura travolgente, destinata a esaurirsi presto, ma grazie alle relazioni straordinarie che ho instaurato e che durano tuttora, ho iniziato a collaborare stabilmente con questa realtà, fino a farla diventare la mia nuova vita. Galeotto fu l’evento che mi fece dormire solo cinque ore in cinque giorni!”

Photo: @michael_zennaro
Tu stessa hai detto di aver “trovato casa” in questo lavoro. Cosa rende secondo te, così speciale, lavorare nel mondo degli eventi e dei matrimoni?
Ogni mattina mi sveglio con una ‘to-do list’ lunga e complessa, ma con la sensazione di fare esattamente ciò che amo. Questo lavoro è un contenitore perfetto in cui posso esprimere ogni parte di me, mantenendo sempre uno spazio, più o meno ampio, a seconda di quanto lo voglia, per migliorare, scoprire e crescere. E per me, questo è vitale. Ho vissuto molte esperienze, posso dire di aver attraversato ‘molte vite in una sola’, perché imparare mi stimola, mettermi alla prova mi entusiasma e cercare sempre nuove sfide è il mio modo di vivere. Non potrei mai ripetere le stesse azioni ogni giorno: l’ho provato e non fa per me. Organizzare un evento significa mettere in campo un’infinità di competenze e attingere a tutto ciò che ho appreso nel mio percorso. Ogni evento porta con sé una nuova sfida, una nuova soluzione da trovare, una prospettiva diversa da esplorare. Per questo sento di aver trovato casa: è un lavoro che unisce tecnica, creatività, studio e innovazione, con un unico grande obiettivo finale: la felicità di qualcuno. E cosa può esserci di più entusiasmante?

Photo: @michael_zennaro
C’è una parte del processo organizzativo di un matrimonio che ami particolarmente, o un aspetto che ti emoziona sempre, indipendentemente da quanto tu sia esperta nel campo?
Certamente! Ed è sempre la cerimonia. Piango sempre, qualche lacrima mi scende dagli occhi ogni volta, perché nonostante la mia apparente forma goliardica ed esuberante, dentro di me batte un cuore romanticissimo che non riesce a non emozionarsi davanti a due persone che si guardano negli occhi e promettono l’uno all’altra la parte migliore di sé. In quel momento non ci sono timidi o estroversi, non importa essere degli showman o schivi, e non importa neanche quante persone stiano guardando. C’è un attimo, un istante sospeso nel tempo, in cui loro due sono da soli e promettono di esserci da quel momento in poi l’uno per l’altra. Siamo esseri sociali, esistiamo perché siamo un insieme, non perché siamo da soli. Quello è il momento magico in cui la comunicazione diventa comunione, dove i corpi, anche se distanti, si legheranno in un modo nuovo e quella scintilla che passa dallo sguardo di uno all’altro rimarrà per sempre. Che cosa meravigliosa che è la vita! Dovremmo celebrarla ogni giorno in questo modo. Vorrei che tutti noi, a prescindere da chi abbiamo accanto, potessimo almeno un istante al giorno celebrare la vita guardando negli occhi un altro essere umano per dirgli: ‘Non sei solo, sono qui per te.’

Photo: @michael_zennaro
Sei una persona che “osa”, come suggerisce una tua citazione. Vuoi raccontarci di qualche sfida che hai affrontato nel corso della tua carriera, e di come le hai superate?
‘Senza un po’ di rischio non ha senso niente’, canta il mio poeta preferito! Si parla spesso dell’importanza di uscire dalla propria zona di comfort per trovare la felicità. Nel mio caso, più che una scelta, è una necessità: non riesco a stare ferma in un luogo stabile e sereno troppo a lungo. La mia anima mi spinge a muovermi, sperimentare, osare, per assaporare ogni sfumatura intensa e meravigliosa che la vita ha da offrire. E quando, per un attimo, provo a rilassarmi e a rallentare, la vita si premura di darmi una bella scossa, ricordandomi che non c’è tempo per stare fermi: ci sono troppe cose belle da fare, vivere e scoprire. Ho affrontato battute d’arresto, ostacoli e momenti in cui ho dovuto ricominciare da zero. Ma ogni volta, con un bel respiro profondo, ho ricostruito tutto da capo, facendo ancora meglio di prima. Se c’è una cosa che ho imparato, è che nessuno si rialza mai del tutto da solo. Ogni volta che sono caduta, c’è sempre stata un’amica, una persona speciale, una mano tesa che mi ha aiutato a muovere i primi passi. La mia riconoscenza più grande va a loro: le mie amiche e la mia famiglia, immancabili fonti di sostegno e supporto, nonostante tutte le mie follie. Non posso fare nomi, perché sarebbero troppi, ma certamente la gratitudine che ho nei loro confronti è infinita.
Sei anche Presidente del Turismo e Commercio presso CNA di Arezzo. Un titolo importante! Qual è il tuo impegno in CNA?
La CNA è per me un’altra grande famiglia, soprattutto nella realtà di Arezzo, dove ho avuto la fortuna di incontrare tante donne straordinarie, capaci di creare collaborazioni concrete in ogni ambito. La stima che provo per loro è il motivo principale che mi ha spinta ad aderire all’associazione. Alla base della mia visione di un mondo funzionale c’è la collaborazione tra persone, aziende e territorio. E questo è esattamente ciò per cui CNA si impegna ogni giorno. Se posso dare il mio contributo a questa missione, lo faccio con immenso piacere.

Photo: arezzonotizie.it
Certamente con il tuo ruolo in CNA di Arezzo e la tua attività nel settore del turismo sarai sempre aggiornata sui dati del Wedding Tourism nella regione Toscana. Qual è stato il risultato per il 2024?
Parlando di turismo e commercio in generale, il 2024 è stato un anno molto difficile, soprattutto per il settore della moda, dell’industria manifatturiera e della ristorazione. La mancanza di investimenti e di attenzione da parte del governo, l’inflazione su alcune materie prime salita in modo esponenziale e la carenza di personale specializzato hanno creato numerosi disagi, ai quali gli imprenditori stanno cercando soluzioni, sebbene non sempre con facilità. In questo contesto, la CNA ha svolto un ruolo cruciale nel dialogare con il governo e nel proporre soluzioni alternative per supportare gli imprenditori. Per quanto riguarda il settore del wedding, invece, la Toscana si conferma ancora una volta tra le mete più ambite a livello nazionale e internazionale, con un incremento dell’11% rispetto al 2023 e un fatturato di 187 milioni di euro. Le richieste continuano a essere alte e il trend si riconferma positivo, almeno per il momento.
E sempre parlando della Toscana, quali pensi saranno i cambiamenti significativi nel settore Wedding Tourism nei prossimi anni?
Penso che nei prossimi anni il Wedding Tourism in Toscana continuerà a crescere, ma con alcune trasformazioni interessanti. La domanda di destination weddings è sempre più alta, ma ciò che cambierà probabilmente è la tipologia di esperienze che le coppie cercheranno. La Toscana è già un punto di riferimento per matrimoni da sogno, ma credo che i futuri sposi opteranno sempre più per esperienze personalizzate, intime e sostenibili. La sostenibilità, infatti, rappresenta uno degli aspetti più significativi di questo cambiamento. Non solo per la scelta di location ecocompatibili, ma anche per il modo in cui gli eventi vengono organizzati: dalle scelte alimentari locali e a km zero, alla riduzione dell’impatto ambientale nell’organizzazione. Inoltre, la tecnologia giocherà un ruolo sempre più importante. Stiamo già assistendo a un orientamento crescente delle coppie verso l’utilizzo di strumenti digitali per pianificare, personalizzare e vivere la loro esperienza matrimoniale. Non escluderei nemmeno l’introduzione di tecnologie come la realtà aumentata o virtuale, per una pianificazione ancora più immersiva e su misura. Infine, prevedo una crescente richiesta di matrimoni che celebrano la cultura locale in modo autentico, con esperienze che vanno oltre il semplice evento, includendo anche un’immersione nel lifestyle toscano, nei suoi paesaggi, nelle tradizioni e nell’enogastronomia. La Toscana ha davvero tanto da offrire in questo senso, e credo che le coppie si orienteranno sempre più verso una “full immersion” in ciò che la regione rappresenta.

Photo: @michael_zennaro
Ancora una domanda, più personale. Cosa pensi sia essenziale per creare connessioni indimenticabili durante un evento, e come ti piace renderle “inattese”?
La connessione per me è nello sguardo, quindi è fondamentale trovare un tempo con gli sposi, un tempo di quiete e di intimità, dove poter creare quel legame che poi, a volte, dura anche negli anni. Molti clienti, si sa, diventano anche amici e ci si segue nel tempo. Un matrimonio è un evento travolgente per i diretti interessati: ci sono tantissime informazioni, tanti dati, tante domande interne ed esterne (come quelle che provengono da familiari e amici) che mettono in dubbio decisioni già prese, aspettative che creano tensioni, e poi l’emozione di quel giorno, che da sola basterebbe a mettere in crisi chiunque. Ecco perché è importante il legame: devono avere qualcuno di cui fidarsi, ma soprattutto qualcuno a cui affidarsi, non solo nell’organizzazione e nella pianificazione, ma anche in un sostegno emotivo che arriva proprio in quel momento di spavento e confusione, quando cercano il nostro sguardo, persi nel “E adesso che cosa devo fare?”. Ma incontrando il tuo volto, trovano calma, fiducia e serenità, trovano quello sguardo che dolcemente dice “sei splendid* e andrà tutto bene”. Questa è la parte essenziale del rapporto tra una wedding planner e gli sposi. Poi c’è la sorpresa: c’è sempre qualcosa che gli sposi vogliono, ma che non si aspettano. Loro sanno tutto quello che accadrà, lo abbiamo rivisto insieme mille volte, le giornate sono programmate ora dopo ora, dettaglio dopo dettaglio. Riuscire a sorprenderli con qualcosa che neanche loro si aspettano è una delle cose che amo di più. Non importa che siano fuochi non programmati, uno spettacolo extra o un ospite fatto arrivare in gran segreto, la felicità che brilla nei loro occhi in quel momento resterà nelle loro memorie e nelle nostre. Il bello di questo lavoro è che non si tratta solo di mettere in scena qualcosa che gli sposi si aspettano. È rendere ogni singolo momento unico, e a volte l’inatteso si nasconde nei piccoli dettagli che non si immaginano. È un sorriso, uno sguardo che dice più di mille parole, o una sorpresa che lascia senza fiato. Quella magia che nasce quando meno te l’aspetti, ma che rende tutto perfetto. Ci tengo a sottolineare che, per realizzare un buon evento, serve una buona squadra. Sono le collaborazioni che fanno la differenza, sono i vendors disponibili, sono i collaboratori flessibili ed empatici, è il team che fa l’evento, non il singolo.
Questo è il lavoro più bello del mondo… se fatto insieme.
Photos: @michael_zennaro
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